PRIMO PIANO
Importanti novità in tema di collaborazioni si rinvengono all'interno del decreto legislativo recante la disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni
Dal 25 giugno 2015 è entrato in vigore il nuovo testo dell'art. 2103 c.c. in tema di disciplina delle mansioni e del trasferimento
La nuova disciplina del lavoro a tempo parziale: dal possibile utilizzo delle clausole elastiche senza il consenso del lavoratore al superamento della classica tripartizione orizzontale, verticale e mista dell'istituto; dal lavoro supplementare alla trasformazione del rapporto
Con la pubblicazione del nuovo decreto si è proceduto alla modifica, più o meno generalizzata, ed alla rivisitazione organica delle tipologie di contratti di lavoro applicabili. Non viene previsto un periodo transitorio, pertanto la maggior parte delle novità introdotte risultano immediatamente operative. Tra le molte novità si evidenzia l'abrogazione del decreto legislativo 61/2000 e la conseguente rideterminazione della disciplina dei contratti a tempo parziale
Le nuove regole del lavoro a chiamata sono tracciate negli articoli 13-18 del D.Lgs. n. 81/2015 sulla disciplina dei contratti di lavoro. La materia viene interamente riformulata e contestualmente, a far data dal 25 giugno 2015, l'intera struttura normativa che regolava in precedenza il job on call, riconducibile al D.Lgs. n. 276/2003 (Riforma Biagi), viene meno
La disciplina del contratto a termine nel decreto di riordino dei contratti di lavoro in attuazione del Jobs act: durata e percentuale di assunzioni, divieti, eccezioni e sanzioni
Violare il limite quantitativo dei contratti a termine stipulabili per legge o per contratto collettivo comporta l'applicazione della sanzione amministrativa nella medesima misura già prevista dalla previgente normativa, ora abrogata
Il decreto legislativo in tema di contratti di lavoro flessibile apporta alcune importanti novità alla disciplina della somministrazione di lavoro; le più rilevanti interessano lo staff leasing, per il quale viene approvata una liberalizzazione "controllata", e alcune condizioni accessorie della somministrazione a termine, che vengono modificate in modo da accentuare la differenziazione con il contratto a termine
La nuova normativa in materia di apprendistato, entrata in vigore il 25 giugno 2015, si ispira al rafforzamento dell'alternanza scuola-lavoro, e pertanto, le maggiori novità dell'istituto riguardano la prima e la terza tipologia di apprendistato, vale a dire le forme contrattuali finalizzate all'integrazione del lavoro con i percorsi formativi scolastici o di perfezionamento post-laurea
Il decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015 nel dettare una disciplina organica dei contratti di lavoro, apporta modifiche anche alla regolamentazione del lavoro accessorio, con l'obiettivo di favorirne una maggiore diffusione
L' art. 51 del decreto 81/2015 è una norma inserita nella versione definitiva del decreto, senza, a quanto risulta, indicazioni in proposito nel dibattito precedente. Eppure la disposizione presenta implicazioni di grande rilevanza, in particolare per i rapporti fra legge e contrattazione collettiva e fra diversi livelli della contrattazione collettiva
Con l'operazione di riordino delle tipologie contrattuali realizzata con il D.Lgs n. 81/2015, il legislatore è intervenuto anche su alcuni importanti profili riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo che ridisegna la disciplina dei contratti atipici e delle mansioni. Le nuove disposizioni riguardano: la disciplina delle collaborazioni coordinate e continuative, che vengono sostituite dalle collaborazioni organizzate dal committente, il part time, il lavoro intermittente, il contratto a tempo determinato, la somministrazione, l'apprendistato, il lavoro accessorio, l'associazione in partecipazione. Il decreto prevede infine la profonda revisione dell'art. 2103 del codice civile, che ora consente – a determinate condizioni – di variare le mansioni, la categoria legale, il livello di inquadramento e anche la retribuzione del dipendente
In vigore dal 25 giugno 2015 il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80 che, in attuazione della delega contenuta nella legge n. 183/2014, prevede «Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro» volte ad estendere alcuni diritti collegabili alla maternità, ovvero ad altre fattispecie degne di tutela, relativamente alla durata (modifiche al congedo di maternità e al congedo parentale) e ai requisiti soggettivi e/o oggettivi di applicazione (estensioni ai diritti collegati alle adozioni e agli affidamenti e alle vittime di violenza ovvero le agevolazioni al telelavoro)
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro, in attuazione dell'articolo 1, commi 8 e 9, della Legge 10 dicembre 2014, n. 183. Il provvedimento interviene, prevalentemente, sul testo unico a tutela della maternità (D.Lgs. n. 151 del 26 marzo 2001), prevedendo misure volte a sostenere le cure parentali e a tutelare in particolare le madri lavoratrici, ma contiene anche interessanti novità in materia di diritti spettanti alle donne vittime di violenza di genere