Un'oculata gestione dei rapporti di lavoro può passare attraverso l'introduzione di obbligazioni successive alla stretta vigenza del contratto di lavoro in sé. In tali tempi vengono regolati aspetti e tutelati interessi strettamente connessi al rapporto lavorativo, i quali rivestono prioritaria importanza per le parti in gioco. Uno dei più utilizzati patti accessori al contratto di lavoro, che disciplina le obbligazioni post-contrattuali, è il patto di non concorrenza. Tale strumento, seppur di antica elaborazione e mai modificato, riveste anche (e soprattutto) nei tempi moderni un grande rilievo: in un mercato iper specializzato, un vantaggio competitivo può essere raggiunto anche vincolando da un lato le risorse chiave, e dall'altro proteggendo il know-how aziendale dalla concorrenza degli altri operatori. Oltre ad avere una propria e specifica disciplina normativa nel Codice Civile, il patto di non concorrenza è stato nel corso degli anni dettagliato e approfondito da copiosa giurisprudenza, sia di merito sia di legittimità, che ne ha meglio delineato la pratica applicazione. Il presente scritto aspira a dare una panoramica generale del patto di non concorrenza, soffermandosi sulle tematiche applicative più rilevanti e maggiormente dibattute tra le aule dei tribunali